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New York: Accademia emerge promuovendo l’accoglienza

È un progetto per promuovere la diversità e contrastare la discriminazione quello che ha portato Accademia di Comunicazione sul prestigioso palco del Young Ones Student Awards di New York, il concorso internazionale di creatività che coinvolge studenti provenienti da scuole di grafica e pubblicità di tutto il mondo, nell’ambito del quale quest’anno Accademia è stata tra le poche scuole europee e unica italiana a emergere.

Il premio conquistato è una Matita di bronzo, un risultato di grande valore tanto più che i premiati per la stessa categoria, quella del Design Brief, sono stati soltanto due ed entrambi con il bronzo. Stumbling Blocks, questo il nome del progetto a cui è stata assegnata la Matita, è stato realizzato da Simone Bellardinelli del Master in Art Direction, Eleonora Giovia, Alessandra Paganoni, Francesca Serpi e Giovanni Luca Orlandi del Master in Copywriting, Luca Morsellino del Corso post diploma di Graphic Design.

Il Design BriefUnifying Communities“, promosso da Partners Global, la ONG che in collaborazione con TOGETHER, l’iniziativa mondiale guidata dalle Nazioni Unite, è impegnata a promuovere un’immagine positiva dei migrati e dei rifugiati, chiedeva la realizzazione di un un manifesto di portata mondiale per rafforzare la relazione tra Paesi e comunità ospitanti e rifugiati e migranti.

La risposta degli studenti di Accademia è stata una serie di poster multi soggetto che, con l’obiettivo principale di promuovere l’integrazione e l’accoglienza, non mancano di denunciare l’atteggiamento di chiusura di alcune Nazioni che, pur avendo la possibilità di accogliere, costruiscono barriere.

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A questo risultato si aggiungono gli altri riconoscimenti ricevuti dagli studenti di Accademia nell’ambito del concorso americano: tre Attestati di Merito sono stati conferiti ai progetti realizzati per gli altri brief previsti dal Contest, il Client Brief promosso da Sonnet -la compagnia assicurativa canadese caratterizzata da approccio moderno e semplice utilizzo- e il Social Brief  incentrato sul tema dell’overdose da oppioidi, sulla consapevolezza e sulla prevenzione con l’obiettivo di scardinare la convinzione che il problema riguardi soltanto le persone che vivono in condizioni di disagio sociale.

Il progetto per Sonnet, Cry me a song, è stato realizzato dal gruppo composto da Micaela Elisetti, del terzo anno del Corso post diploma di Art Direction, e dagli studenti del Master in Copywriting Giulia Galbiati, Erika Troccoli, Francesco Pasqualino Di Marineo e Samuele Macchi. Il brief chiedeva idee innovative a sostegno dell’immagine di Sonnet, come compagnia che facilita la vita dei suoi clienti.
Quello che hanno ideato, dedicato ai neo genitori,  è un baby monitor con una funzione speciale che, con una tecnologia di autotune, trasforma il pianto del bambino in una canzone. Scegliendo una traccia dalla playlist consente di svegliarsi al ritmo dell’artista che si preferisce.

Per il Social Brief i due progetti, Pillicence e Pillshot, mirano a combattere lo stigma secondo il quale il problema dell’overdose è legato alle persone con disagio sociale e a creare consapevolezza di essere di fronte a una sorta di “crisi di pari opportunità”.

Pillicence, pensato per il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti e realizzato dallo stesso gruppo di studenti vincitori della Matita di bronzo per il Design Brief, consiste in una licenza su applicazione mobile che aiuta i consumatori di oppioidi a non farne abuso. Per riuscire a ottenere la licenza sono previste diverse fasi: una educativa, attraverso la quale i pazienti vengono ben informati sulla terapia,  una di test che invece consente al paziente di capire se sta facendo il giusto percorso di presa di coscienza della pericolosità derivante dall’abuso di oppioidi e, solo dopo aver superato il test, c’è la concessione della licenza per l’utilizzo consapevole degli oppiodi. I possessori della licenza sono inseriti in un database che viene aggiornato automaticamente e che può essere consultato per controllo da medici e persone autorizzate. Durante il percorso terapeutico i pazienti possono richiedere l’assistenza di un tutor che abbia già fatto esperienza della terapia.

Pillshot, che significa stare contro la dipendenza e l’epidemia di overdose, gioca invece sull’associazione tra una pillola di oppioide e un proiettile esploso contro se stessi.

Le pillole di oppioidi sono più pericolose di armi da fuoco e molte persone non lo sanno. Questo è il motivo per cui gli studenti hanno ideato, sempre per il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, un packaging originale progettato per fare notizia. Il nuovo tipo di imballaggio antidolorifico trasforma il blister in un cilindro di pistola, le pillole nel dorso del proiettile e il retro del blister in un bersaglio umano che viene perforato ogni volta che il consumatore estrae una pillola.

Autori dell’idea sono gli stessi del gruppo premiato con il Merito per il Client Brief di Sonnet.

Ricordiamo che nella ideazione delle proposte creative, gli studenti sono stati seguiti da Valentina Amenta e Davide Fiori, direttori creativi in DLV BBDO.

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