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Il Dono come chiave per il cambiamento: riflessioni e ricerche.

Si è svolto in Accademia di Comunicazione un interessante incontro dedicato al tema del Dono, che ha coinvolto studenti ed esperti in una riflessione approfondita su questa pratica preziosa in un’epoca dominata dall’individualismo e dalla logica dell’Homo oeconomicus.

L’evento, parte integrante della progettazione degli studenti per Telethon, ha creato un contesto ideale per analizzare il significato del dono da diversi punti di vista. Un approfondimento culturale orientato anche a indagare gli elementi inibitori rispetto alla capacità di donare e a comprendere come la comunicazione possa intervenire per bilanciare le luci e le ombre in questo contesto, consapevoli che sono facce della stessa medaglia.

Michelangelo Tagliaferri, Presidente di Accademia di Comunicazione, ha aperto la riflessione sottolineando l’importanza di considerare il dono come un mezzo per attuare il cambiamento, specialmente in un momento in cui l’economia di mercato mostra limiti nel bilanciare il sistema.

Il tema è stato approfondito attraverso i contributi di Barbara Martinelli, Research Director di Eumetra Ricerche, e di Giovanni Sarani, ricercatore e socio dell’Osservatorio di Pavia.
La conoscenza dei dati è infatti fondamentale per la pianificazione strategica e di comunicazione che gli studenti dovranno realizzare, in quanto permetterà loro di avere una visione critica della realtà e di guidare le scelte basandosi su fatti concreti anziché su opinioni.

Lo studio presentato da Martinelli ha offerto uno sguardo chiaro sull’atteggiamento degli italiani rispetto al dono negli ultimi anni, evidenziando come situazioni sociali critiche abbiano aumentato le forme di donazione, dal volontariato alle donazioni informali.
La comunicazione è emersa come elemento chiave nella sensibilizzazione e nello sviluppo della propensione al dono. I cambiamenti nei comportamenti dei donatori, influenzati dalle emergenze recenti, sono stati analizzati insieme ai canali privilegiati per effettuare donazioni, sempre più orientati verso strumenti digitali, anche grazie all’incremento dei giovani tra i donatori.

Barbara Martinelli ha sottolineato l’importanza della fiducia, della condivisione della causa e della conoscenza dell’organizzazione come elementi guida nella scelta dell’ente beneficiario. Più in generale, la ricerca ha rivelato che, nonostante un ruolo rilevante del terzo settore in Italia, la comunicazione risulta debole e spesso poco originale.

Giovanni Sarani ha poi focalizzato l’attenzione sulla comunicazione mediatica del dono, evidenziando come i media dedichino maggiore attenzione durante emergenze o periodi specifici, spesso legati a festività o eventi annuali. Tuttavia, ha fatto notare come la narrazione attuale sembra concentrarsi troppo sul dolore, trascurando il potenziale impatto positivo del dono.

Tagliaferri ha concluso ribadendo la necessità di cambiare la modalità di rappresentazione del dono, smontando gli stereotipi negativi e cercando una chiave semantica basata sulla felicità. La sfida, come ha evidenziato, è trasmettere la felicità attraverso i media, generando il cambiamento e promuovendo una mentalità positiva senza strumentalizzare il dolore.

L’incontro ha offerto l’opportunità per riflettere sul dono, spingendo a considerarlo non solo come un atto isolato ma come una forza trasformativa nella nostra società.